Ascoltatelo, dice la voce del Padre a ciascuno di noi oggi. Abbiamo appena ascoltato la Sua parola, ma abbiamo bisogno che entri nel profondo del cuore e ci trasformi. Perciò chiediamo l’aiuto dello Spirito Santo perché ci assista sempre.
Il modo di agire del Signore è incomprensibile per noi: alle volte agisce proprio al contrario di come agiremmo noi. Pensate al momento della trasfigurazione: per far credere in lui, avrebbe potuto portare tutti sul monte eppure ne porta solo tre. Non sarebbe stato più facile e più utile portare tutti? Ci sarebbero state più persone come testimoni. Non solo, quando scende dal monte dice di non parlarne con nessuno prima della risurrezione. Ma anche la risurrezione, perché non in una maniera spettacolare che coinvolga una grande folla sicché non abbiano da dubitare sulla sua risurrezione? I soldati sono addormentati e sono le donne che diventano i primi testimoni. Il Signore ha le sue vie e non vuole costringere nessuno a credere in lui, ma che ci arrivino attraverso una scelta vera: una sfida anche per ciascuno di noi.
L’evento della trasfigurazione è un invito ad essere come lui, figli prediletti, amati dal Padre celeste. Gesù aveva appena parlato ai suoi discepoli della sua morte e risurrezione e sembrava che non avessero capito granché. Pietro aveva preso anche un grande rimprovero per non aver pensato secondo Dio. Gli aveva detto di andare dietro a lui, di non essere di intralcio sulla Sua strada verso la croce. La strada verso la gloria è quella della croce e Gesù vuole mettere in chiaro questo concetto. Lo splendore della trasfigurazione sarà la conseguenza per avere accettato la morte in croce. Essere prediletto e amato del Padre vuol dire accettare la sua volontà fino alla fine senza risparmiarsi. Proprio di questo parlano Mosè ed Elia con Gesù sul monte, di questo esodo che doveva compiersi su un altro monte, il Calvario. Rappresentano la legge e i profeti e per Matteo la loro presenza accanto a Gesù è segno che in lui si compiono tutto.
Avrebbero voluto raccontare a tutti e subito di questo stupendo evento quei tre discepoli presenti: Pietro era talmente preso dall’evento che voleva fare tre capanne per non lasciare mai il monte della gloria: rimaniamo qui, dice. Forse era anche un invito a Gesù di lasciar perdere il viaggio a Gerusalemme per affrontare la passione e la morte. Ma Gesù non si lascia condizionare e scende dal monte insieme con loro.
La nostra vita sulla terra è un esodo che siamo chiamati ad affrontare quotidianamente e anche noi abbiamo degli eventi lieti e tristi in questo cammino: entusiasmo e gioia nel percorso della fede, ma anche aridità e stanchezza. Quante volte la tentazione di lasciar perdere tutto! Quante volte però, il Signore ha manifestato la sua gloria e ci ha incoraggiato a riprendere in cammino! Non temete, ci ripete anche oggi perché sa che la paura blocca il cammino mentre la gioia ci muove. Il monte della gloria era un momento passeggero per i discepoli, ma tutta la paura di fronte alla croce doveva scomparire al ricordo di questa gloria. Nessun scandalo sarà più grande di questa gloria e ogni discepolo è chiamato a resistere la tentazione di abbandonare il cammino ricordando questa gloria.
Proseguiamo il cammino della nostra fede tenendo fisso lo sguardo sul Maestro che siamo chiamati ad ascoltare in questo cammino. Nelle incertezze e dubbi nel cammino, ricordiamoci che non siamo chiamati alla morte, bensì alla gloria. Anche quando ci saranno stanchezza e tristezza, il volto splendente di Gesù sia la nostra guida che toglie ogni nuvola nera dal firmamento del cammino di fede e ci accompagni sempre l’impegno di ascoltare la voce di Gesù per essere figli amati e prediletti del Padre.
Buona domenica a tutti!