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ASCENSIONE DEL SIGNORE
Celebriamo oggi la festa dell’ascensione del Signore e l’evangelista Luca ne parla sia nel suo Vangelo che negli Atti degli Apostoli. Nel Vangelo è presentata come la conclusione gloriosa della vita di Gesù, ma negli Atti è raccontata come punto di partenza dell’espansione missionaria della Chiesa. Anche noi, oggi, siamo chiamati a guardare a questo episodio della vita di Gesù come un invito ad essere testimoni gioiosi della missione affidata agli apostoli.
Gesù porta gi apostoli sul monte e apre la loro mente per comprendere le Scritture. E’ l’esperienza dei discepoli che erano andati a Emmaus. Quel compagno di viaggio spiegava loro le scritture e una volta riconosciuto il Signore si chiedono: “Non ci ardeva il cuore nel petto mentre ci spiegava le scritture?”. E diventano testimoni di questa gioia una volta tornati dagli altri discepoli.
C’è un bel brano di Isaia che dice: «Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà ad uno che sappia leggere, dicendogli: “Leggilo”, ma quegli risponde: “non posso, perché è sigillato”. Oppure si dà il libro ad uno che non sa leggere, dicendogli: “Leggilo”, ma quegli risponde: “Non so leggere”» (Is 29,11-12). Cambiano le prospettive, ma il libro rimane non letto. Se non chiediamo che il Signore apra il nostro cuore e la nostra mente rimarremo sempre confusi di fronte alla sua Parola. E comprendere la Scrittura è il primo passo verso l’accoglienza del Signore.
Una volta aperta la mente dei suoi discepoli, il Signore affida loro il messaggio da portare agli altri e l’essenza della loro predicazione è la conversione e il perdono dei peccati. La presenza del Signore non è per la condanna degli uomini, ma per la loro conversione e per il perdono. Forse abbiamo ancora una visione negativa di Dio e lo vediamo come colui che giudica piuttosto che come il Padre misericordioso che corre incontro al figlio che torna.
Prima di andar via dai suoi, il Signore li benedice e anche questo gesto non è di poco conto. Nel suo sacrificio sulla croce Gesù innalza al Padre la preghiera più bella per tutta l’umanità. Le sue mani alzate diventano mani stese sui discepoli in questo momento e questo gesto continua anche oggi per ciascuno di noi. E’ bello immaginare queste mani di Gesù stese su di noi sempre, anche quando non ne siamo coscienti. E in questo modo diventa reale anche la sua promessa, “sarò con voi sino alla fine del mondo”.
Di fronte a un Dio che ci vuole così bene il gesto da compiere è quello di prostrare ed adorarlo come i discepoli. Ringraziarlo perché continuamente alza le mani verso il Padre e le stende su di noi per benedirci. I discepoli che scendono dal monte rimangono nel tempio lodando Dio pieni di gioia: una liturgia solenne, possiamo dire. Così si conclude il racconto dell’Ascensione, ma per noi non è una conclusione, piuttosto un inizio. Inizio di una vita di testimonianza che rende visibile la benedizione di Dio per l’umanità non attraverso le parole, ma con i gesti semplici della vita quotidiana. Chiediamo che ci dia la forza per questa testimonianza quotidiana.
Buona domenica a tutti!
P. Sabu