XIX° DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Amministratori, non padroni: la parola di Dio sembra invitarci ad avere un sano realismo nella nostra vita e seguendo il messaggio della domenica scorsa, ci esorta ad essere saggi, lasciando la stoltezza di questo mondo, nel nostro cammino di fede.

Il brano si apre con una parola di consolazione: Non temere, piccolo gregge. Ci vorrebbe ogni giorno una parola del genere per darci conforto e consolazione e forza per avere uno slancio per affrontare le nostre giornate concitate. Anche quando siamo in un periodo di ferie sembra che corriamo ancora di più del solito. E allora un ringraziamento al Signore per questa parola che ci consola.

Come si fa in questo mondo a farsi borse che non invecchiano e un tesoro sicuro nei cieli? Sembra impossibile. Siamo talmente presi dalle mille cose da fare nel nostro vivere quotidiano che non c’è tempo per pensare ad altre cose che non siano strettamente collegate con le preoccupazioni della vita terrena. Anche se è dato a noi il Regno non abbiamo tempo per pensare a questo dono. Un modo per pensare a tutte queste cose ce lo insegna il brano del Vangelo di oggi: pensare alla nostra realtà di essere amministratori della vita che il Signore ci ha donato e non pensare di essere padroni. Come amministratori siamo tutti chiamati a rendere conto, se fossimo padroni non ce ne sarebbe bisogno.

Ecco la realtà di ciascuno di noi. Anche se nella nostra vita di ogni giorno ci sembra che siamo noi i padroni e ci comportiamo come tali, il Signore oggi ci ricorda che siamo degli amministratori e come tali soggetti ad un rendiconto. A differenza degli amministratori terreni, non sappiamo quando ci verrà chiesto il conto della nostra vita ed ecco l’invito ad essere vigilanti e pronti sempre. Essere buoni amministratori che sono attenti al dono ricevuto dal loro padrone perché è un padrone che metterà gli amministratori a tavola e passerà a servirli. Quindi non un padrone che sfrutta i suoi amministratori, ma che li tiene in grande considerazione.

Che tipo di amministratori siamo? La risposta è responsabilità di ciascuno di noi. Se siamo amministratori prudenti e vigilanti bene per noi: possiamo andare avanti sereni nel nostro cammino. Se ci accorgiamo ad essere degli amministratori così così, è ora di cambiare perché non sappiamo né il giorno né l’ora.

C’è una frase in questo brano che non ci deve sfuggire: dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Non è semplicemente una frase ad effetto. Pensate com’è importante per ciascuno di noi. Dov’è il nostro cuore? Se ci fermiamo un attimo e esaminiamo dove va il nostro cuore possiamo capire tante cose della nostra vita. Il Signore è il miglior psicologo che c’è e come tale conosce bene come muove il cuore umano. Effettivamente dove si ferma il nostro cuore è dove abbiamo trovato il tesoro. Si ferma ai piaceri della terra? Il nostro tesoro è quello. Si ferma al potere, alla scienza, agli affetti o a qualsiasi altra cosa? Il nostro tesoro è lì. Bisognerebbe cercare  di capire questo movimento per scoprire che cosa consideriamo vero tesoro nella nostra vita.

Proviamo che il movimento del nostro cuore sia prima di tutto verso Dio e dopo per il nostro prossimo e cerchiamo di essere fedeli e costanti in questo movimento del cuore. Il nostro vero tesoro sia Dio  e il prossimo, per essere degli amministratori fedeli e vigilanti. Chiediamo che il Signore ci aiuti in questo nostro cammino e ci accompagni con l’aiuto del suo Spirito.

Buona domenica a tutti!

P. Sabu

IV° DOMENICA DI PASQUA

buon_pastoreL’immagine del Pastore è una di quelle più belle attribuite a Dio nell’Antico Testamento, e nel Nuovo quest’immagine è attribuita a Gesù che viene chiamato “Buon Pastore”. Anche nell’arte siamo molto familiari con le raffigurazioni di Gesù che porta sulle spalle la pecorella smarrita.
Per renderci conto della bellezza di quest’immagine pensiamo ad alcuni passi come il salmo 23: “Il Signore è il mio pastore non manco di nulla”: un pastore buono che ha cura del proprio gregge e porta il gregge su pascoli erbosi e ad acque tranquille. Con Lui accanto, non si deve temere nulla ed è un bel messaggio che fa bene all’anima nostra. Il profeta Ezechiele quando parla dei pastori, prima mette in evidenza i pastori che sfruttano il gregge solo per il proprio interesse e non per prendersene cura e ricorda che Dio stesso invece si farà pastore del suo gregge e darà al suo popolo pastori secondo il Suo cuore. Anche il profeta Isaia parla di YHWH come di colui che si farà Pastore e che conduce con tenerezza e forza gli esiliati verso la terra d’Israele.
Tenendo presente come sfondo tutto ciò che l’Antico Testamento racconta di Dio come pastore guardiamo alla figura del Buon Pastore che è Gesù. Possiamo pensare che Gesù porti a compimento tutto ciò che il popolo d’Israele vedeva in Dio come pastore e in qualche modo supera infinitamente tutto ciò che c’era scritto nella Legge e nei Profeti.
Gesù è il Buon Pastore che dà la vita per il suo gregge, non è colui che lascia il gregge e fugge via quando viene il lupo. Anzi, è colui che sta vicino al suo gregge e lo protegge dando la sua vita. La novità più grande, penso che sia proprio questo: Gesù diventa pastore ed agnello. Lui è colui che guida il suo popolo, ma è anche colui che viene ucciso perché il gregge abbia la vita e la vita eterna. Ecco perché dice che le sue pecore conoscono la sua voce e lo seguono. Sarebbe stato difficile seguire un mercenario, ma il pastore che diventa Agnello donando la vita per il suo gregge è colui da seguire. Questa è l’immagine che il libro dell’Apocalisse ci offre nella seconda lettura di oggi.
Quando si segue un Pastore di questo calibro, non possiamo tirarci indietro anche nella missione di cui ci fa partecipi: quella di portare agli altri la buona notizia della Sua risurrezione. Viene annunciata a tutti, ma se uno ha il cuore indurito, non importa appartenere a un popolo o ad un altro, il messaggio passa oltre e si rischia di rimanerne fuori nel proprio cammino.
Ringraziamo il Padre perché ci ha donato un pastore che dona la vita per noi e che guida la nostra vita con la sua tenerezza. Cerchiamo di seguirlo nel nostro vivere quotidiano pur nelle difficoltà riconoscendo in lui l’unico capace di indicarci la giusta strada. Chiediamo che lo Spirito del Signore ci accompagni con la sua luce.
Una buona e santa domenica a tutti!

P. Sabu