Amministratori, non padroni: la parola di Dio sembra invitarci ad avere un sano realismo nella nostra vita e seguendo il messaggio della domenica scorsa, ci esorta ad essere saggi, lasciando la stoltezza di questo mondo, nel nostro cammino di fede.
Il brano si apre con una parola di consolazione: Non temere, piccolo gregge. Ci vorrebbe ogni giorno una parola del genere per darci conforto e consolazione e forza per avere uno slancio per affrontare le nostre giornate concitate. Anche quando siamo in un periodo di ferie sembra che corriamo ancora di più del solito. E allora un ringraziamento al Signore per questa parola che ci consola.
Come si fa in questo mondo a farsi borse che non invecchiano e un tesoro sicuro nei cieli? Sembra impossibile. Siamo talmente presi dalle mille cose da fare nel nostro vivere quotidiano che non c’è tempo per pensare ad altre cose che non siano strettamente collegate con le preoccupazioni della vita terrena. Anche se è dato a noi il Regno non abbiamo tempo per pensare a questo dono. Un modo per pensare a tutte queste cose ce lo insegna il brano del Vangelo di oggi: pensare alla nostra realtà di essere amministratori della vita che il Signore ci ha donato e non pensare di essere padroni. Come amministratori siamo tutti chiamati a rendere conto, se fossimo padroni non ce ne sarebbe bisogno.
Ecco la realtà di ciascuno di noi. Anche se nella nostra vita di ogni giorno ci sembra che siamo noi i padroni e ci comportiamo come tali, il Signore oggi ci ricorda che siamo degli amministratori e come tali soggetti ad un rendiconto. A differenza degli amministratori terreni, non sappiamo quando ci verrà chiesto il conto della nostra vita ed ecco l’invito ad essere vigilanti e pronti sempre. Essere buoni amministratori che sono attenti al dono ricevuto dal loro padrone perché è un padrone che metterà gli amministratori a tavola e passerà a servirli. Quindi non un padrone che sfrutta i suoi amministratori, ma che li tiene in grande considerazione.
Che tipo di amministratori siamo? La risposta è responsabilità di ciascuno di noi. Se siamo amministratori prudenti e vigilanti bene per noi: possiamo andare avanti sereni nel nostro cammino. Se ci accorgiamo ad essere degli amministratori così così, è ora di cambiare perché non sappiamo né il giorno né l’ora.
C’è una frase in questo brano che non ci deve sfuggire: dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Non è semplicemente una frase ad effetto. Pensate com’è importante per ciascuno di noi. Dov’è il nostro cuore? Se ci fermiamo un attimo e esaminiamo dove va il nostro cuore possiamo capire tante cose della nostra vita. Il Signore è il miglior psicologo che c’è e come tale conosce bene come muove il cuore umano. Effettivamente dove si ferma il nostro cuore è dove abbiamo trovato il tesoro. Si ferma ai piaceri della terra? Il nostro tesoro è quello. Si ferma al potere, alla scienza, agli affetti o a qualsiasi altra cosa? Il nostro tesoro è lì. Bisognerebbe cercare di capire questo movimento per scoprire che cosa consideriamo vero tesoro nella nostra vita.
Proviamo che il movimento del nostro cuore sia prima di tutto verso Dio e dopo per il nostro prossimo e cerchiamo di essere fedeli e costanti in questo movimento del cuore. Il nostro vero tesoro sia Dio e il prossimo, per essere degli amministratori fedeli e vigilanti. Chiediamo che il Signore ci aiuti in questo nostro cammino e ci accompagni con l’aiuto del suo Spirito.
Buona domenica a tutti!
P. Sabu