Il brano del Vangelo di oggi è un grande inno alla fede di una donna pagana. Ci fa capire come la salvezza portata da Gesù abbraccia tutto l’universo e non esclude nessuno dall’abbraccio della sua misericordia. Ci dice che noi siamo chiamati a perseverare nella nostra fede anche quando dobbiamo aspettare con pazienza i tempi di Dio e non dettare tempi al Signore.
Gesù teneva sempre in grande considerazione la fede della gente e si lamentava quando vedeva che in certe situazioni veniva a mancare. “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”, aveva chiesto a Pietro che affondava. Quando i discepoli non hanno potuto scacciare il demonio Gesù aveva detto loro che non c’erano riusciti per la loro poca fede. È rimasto quasi sorpreso dall’incredulità dei suoi compaesani e il Vangelo ci dice che non poté compiere tanti miracoli proprio per questa incredulità. La richiesta dei segni da parte degli scribi e dei farisei veniva considerata da Gesù come dimostrazione della loro poca fede in lui e li chiama generazione perversa e degenere. Elogia però la grande fede del centurione che gli dice: “Signore, non sono degno che entri sotto il tetto di casa mia: dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”. Nel compiere miracoli tante volte vediamo come Gesù tasta il polso della fede della gente e proprio per la loro fede offre loro ciò che desiderano.
L’episodio di questa domenica è commovente. Uno sguardo al luogo: Gesù si ritira nelle parti di Tiro e di Sidone che sono territori pagani. Aveva affrontato l’ipocrisia degli scribi e di farisei e aveva detto loro che quello che esce dal cuore dell’uomo è ciò che lo contamina e non ciò che entra da fuori. Quindi c’è quasi un tentativo di sfuggire questa incredulità andando verso i territori pagani e facendo capire che è venuto a portare la salvezza per tutti. Anche la donna cananea esce: esce dalla sua incredulità e va verso colui che può davvero donare la fede. Sa che questo Rabbì ebreo è diverso, sa che può darle ciò che vuole. Chiede che Gesù abbia pietà di lei: la pietà che chiede è la guarigione della figlia. Non pretende nulla da Gesù, non vuole forzargli la mano, ma gli chiede solo pietà.
L’atteggiamento di Gesù è sorprendente: la misericordia in persona non le rivolge nemmeno una parola, ci spiazza tutti. Adesso c’è la mediazione dei discepoli. Non tanto perché avevano compassione di lei, ma almeno per toglierla di torno ed essere lasciati in pace. Ma ancora una volta il rifiuto di Gesù: la mia missione è per le pecore perdute della casa d’Israele. Alla seconda domanda della donna la risposta di Gesù è ancora più dura e sembra tagliare le gambe ad ogni minima speranza eppure con una risposta che rivela tutta la sua umiltà e fiducia in Gesù, la donna ottiene ciò che desidera. Alla grande fede della donna risponde la grande misericordia di Dio e la sua figlia viene guarita. Non solo ottiene le briciole che cadono dal tavolo del padrone, ma proprio il pane.
“Donna, grande è la tua fede” le dice Gesù. Questo è il grande insegnamento che ci viene dalla parola di Dio di oggi. Forse siamo portati a guardare di più al rifiuto che Gesù le rivolge e poco a ciò che ha ottenuto con la sua tenacia e perseveranza nella fede. Non è facile il cammino di fede neanche per noi e quante volte ci lamentiamo che Dio non ci ascolta! Eppure Dio continuamente ci ascolta e anche quando sembra non risponderci, ci sta preparando a dare una risposta solida di fede dimostrando tutta la nostra fiducia in lui. Possiamo forzare la mano del Signore in nostro favore solo con la nostra fede e fiducia in lui. Dove c’è un cuore che nel suo profondo riconosce la Sua onnipotenza e chiede solo pietà, Dio non può non rispondere.
La donna cananea, una donna considerata pagana dal popolo scelto, diventa maestra per noi e ci invita a fissare lo sguardo su Gesù per evitare la poca fede. Continuiamo il nostro cammino fiduciosi nella misericordia del Padre e chiediamo che lo Spirito ci illumini la strada.
Buona domenica a tutti!