Possiamo chiamare questa domenica “Domenica della Misericordia”. Tutta la Parola di Dio di oggi ha questo tocco divino del perdono e soprattutto nella parabola del figliol prodigo ha il suo culmine la misericordia di Dio per gli uomini: un’esaltazione della gioia del perdono dato e ricevuto.
La prima lettura ci presenta la figura di Mosè come colui che intercede presso Dio per il popolo e riesce a cambiare il cuore di Dio che si “pente” e non manda il male che aveva minacciato di fare al Suo popolo. Un Dio minaccioso che diventa misericordioso davanti alla supplica di questo uomo che rimane come un mediatore potente per il popolo. Anche la seconda lettura ci parla della misericordia di Dio che si muove verso i peccatori e san Paolo quasi si vanta ad essere un peccatore proprio perché Cristo è venuto a salvare i peccatori e non i giusti.
Il brano del Vangelo è uno di quelli molto conosciuti e come tale rischia di passare senza toccarci il cuore. Invece è una parabola che deve essere meditata ogni volta che ne abbiamo l’occasione perché ogni volta ci sorprende con la sua novità.
Dovremmo davvero stupirci guardando il comportamento del figliol prodigo? Penso proprio di no. Nella vita di ciascuno di noi ci sono momenti di tradimento e di rinnegamento, momenti di allontanamento dalla casa del Padre, momenti di sperpero dei doni ricevuti dal Signore. Ci accorgiamo di essere lontani dal Signore e maledettamente infelici anche quando sembra che non ci manchi nulla. Si sente il bisogno del Padre perché l’unico che può donarci la vera gioia e pace nel cuore. Ma è un’esperienza che abbiamo fatto diverse volte nel cammino della nostra vita e non dovrebbe neanche scandalizzarci più di tanto.
Questa parabola è un ricordo: un ricordo delle braccia della Misericordia, personificata in Cristo Gesù, un ricordo dell’amore di Dio che si fa dono totale sulla croce. Un amore che ci invita a svegliarci e metterci in cammino verso la Misericordia. Il vero scandalo è l’amore del Padre che perdona oltre ogni immaginazione. E’ scandalo perché ci sfida, e mentre per noi è facile paragonarci al figliol prodigo o anche al figlio maggiore, il volto del Padre misericordioso ci interroga e ci chiede di cercare di capire dove siamo nel nostro cammino. L’amore di questo padre verso il suo figlio ci ricorda che siamo amati così dal Signore e a nostra volta siamo chiamati ad essere segno della misericordia di Dio per gli uomini. E’ questa la vera sfida per ogni cristiano.
Stiamo andando verso la conclusione di questo anno giubilare della misericordia. Abbiamo fatto il nostro pellegrinaggio e abbiamo attraversato la porta santa? Non intendo un pellegrinaggio e una porta santa materiali: sarebbe facile accontentarsi di questo. Invece il vero pellegrinaggio giubilare deve essere nel nostro cuore, nei nostri rapporti con le persone. Bisogna spalancare la porta santa del nostro cuore, santa perché è il tempio dello Spirito, e passare attraverso questa porta per arrivare al cuore di Dio che accoglie tutti e offre la sua misericordia a tutti. Se non abbiamo fatto questo pellegrinaggio interiore a che cosa ci servirebbe passare per centinaia di porte sante!
Signore donaci la conversione del cuore. Donaci un cuore che palpita per Te e per il prossimo. Facci capire la profondità della tua misericordia perché possiamo essere capaci a nostra volta di essere misericordiosi come te.
P. Sabu