Questa domenica è la domenica della samaritana oppure la possiamo chiamare domenica dell’acqua viva, dipende dai punti di vista. Il racconto fa subito saltare agli occhi questo dialogo che Gesù, vera acqua, ha con la samaritana assetata dell’acqua della grazia del Signore. All’apparenza è Gesù che domanda l’acqua alla samaritana, ma nello sviluppo del racconto si capisce come è la samaritana che ha bisogno del vero amore di Dio.
“Dammi da bere”: è una richiesta che Dio continua a fare a ciascuno di noi anche oggi. La risposta che diamo a Gesù ci renderà veri adoratori, quelli, cioè, che adorano Dio in Spirito e Verità. L’incontro di Gesù con la samaritana ha significato per noi nella misura in cui anche noi siamo pronti ad accogliere il Signore cercando di estinguere la sua sete di amore. Bisognerebbe leggere insieme questo dammi da bere con quel “ho sete” che Gesù pronuncia dalla croce.
Gesù domanda l’acqua alla samaritana, ma non per ricevere piuttosto per dare. Infatti dirà alla samaritana che lei stessa avrebbe chiesta dell’acqua a lui se l’avesse riconosciuta. Quindi per domandargli l’acqua di vita eterna, prima di tutto bisogna conoscerlo e tutto il cammino della quaresima è un impegno nostro nel conoscere sempre meglio colui che ci porta la salvezza, donando la sua vita per ciascuno di noi. Una volta che lo conosciamo, possiamo anche noi rivolgerci a lui, come la samaritana, dicendogli di darci quell’acqua che ci disseterà per sempre.
L’incontro della samaritana con Gesù è un cammino di formazione della fede. Parte dalla semplice conoscenza di Gesù come un rabbì giudeo. Ad un certo punto, quando Gesù le parla della sua vita matrimoniale riconosce in lui un profeta e nel mentre camminava verso i suoi concittadini riflette su questo incontro e quando arriva dai suoi conterranei si pone il dubbio: Ma sarà lui il Messia? Anche il nostro cammino di fede è frutto di scoperte che noi facciamo di Dio. Più si va avanti più ci accorgiamo che lo conosciamo sempre meno e che abbiamo ancora bisogno di fare tanta strada. Abbiamo bisogno di lasciare, come la samaritana, l’anfora della nostra realtà ai piedi di Gesù e chiedergli che rinnovi il nostro cuore.
La bellezza di questo incontro è proprio la conclusione. Non solo la samaritana si incontra con Gesù, ma rafforzata da questo incontro, lo presenta anche ai suoi concittadini. Se dovesse essere solo un’esperienza personale il nostro incontro con Dio sarebbe poco significante. Acquista valore quando riusciamo a testimoniare di fronte agli altri questo incontro. Comunque la testimonianza degli
altri non basta, ogni individuo è chiamato ad una relazione personale con Dio. Pensate alle parole dei concittadini della samaritana: Non più per le tue parole noi crediamo, ma perché abbiamo udito e visto che lui è il salvatore del mondo. Questo è il cammino di fede. Possiamo avere testimonianze eccezionali su Dio, ma se non diventa un’esperienza personale dove davvero l’amore di Dio entra in noi e ci spinge verso gli altri, rimane qualcosa di astratto e non contagia la nostra vita di ogni giorno.
L’esperienza della donna samaritana diventi un esempio anche per ciascuno di noi, diventi un invito per riscoprire Dio quotidianamente nella nostra vita e che ci insegni ad essere fedeli alla testimonianza che siamo chiamati a rendere a Dio di fronte agli altri. Preghiamo perché lo Spirito che ci invita ad adorare Dio nel nostro cuore, ci illumini e ci custodisca sempre nella grazia di Dio.
Buona domenica a tutti!
P. Sabu