Il Coro San Bernardo è costituito da circa una trentina di persone di varie età che contribuiscono all'animazione delle celebrazioni liturgiche della Parrocchia e partecipano alle esibizioni corali durante le varie manifestazioni canore organizzate all'interno della nostra Diocesi e delle Diocesi vicine, oltre che negli eventi e nelle feste parrocchiali.
Abitualmente vengono animate dal gruppo di canto le due celebrazioni della domenica mattina, le messe solenni del periodo natalizio e pasquale e le celebrazioni particolati in occasione di Comunioni e Cresime, del Santo Patrono, ecc.
Il canto corale è sostenuto da chitarre e tastiere, ma siamo sempre alla ricerca di nuove persone, nuovi strumenti da integrare nel Gruppo e di nuovi canti da imparare per rendere l'esperienza del canto sempre più ricca e coinvolgente e per fare in modo che l'animazione musicale liturgica sia sempre più di sostegno alla liturgia stessa e sappia sottolineare al meglio i temi e i tempi che la liturgia propone.
Dalle Confessioni di Sant'Agostino:
"I piaceri dell'udito mi avevano irretito e soggiogato con maggior tenacia, ma Tu me ne hai sciolto e liberato. Anche ora, devo confessarlo, dalle melodie che si ispirano alle tue parole e si cantano da una bella voce mi lascio un poco accarezzare, non certo tanto da perdermici, anzi con la possibilità di staccarmene, se lo voglio. Tuttavia, quei canti, vivificati dalla santità delle parole, per arrivare a me, cercano nel mio spirito un angolo dignitoso, ed io duro fatica ad offrirne loro uno conveniente. Talvolta poi mi sembra di concedere ad essi più onore che non si convenga, quando ho l'impressione che le nostre anime siano spinte nella fiamma della pietà più devotamente e più ardentemente da quelle sante parole se accompagnate dal canto che non quando non lo sono; e che tutti i sentimenti del nostro spirito, secondo la loro natura, trovino nella voce e nel canto un proprio ritmo, da cui sono risvegliati come da una recondita affinità. Ma codesto diletto del senso, che non dovrebbe mai indebolire lo spirito, spesso mi trae in inganno, perché la sensazione uditiva non si accompagna alla mente accontentandosi del secondo posto, ma tenta invece di precederla e di guidarla, essa che solo per riguardo alla mente è stata introdotta. E in questo senza accorgermene pecco, ma ne ho poi coscienza.
A volte, invece, per esagerato timore di questo pericolo, eccedo in severità, tanto che, a quando a quando, vorrei tener lontano dalle mie orecchie, e dalle adunanze dei fedeli, ogni melodia di quelle dolci cantilene con le quali accompagna la recita dei salmi di Davide, e mi pare più sicuro il metodo del vescovo di Alessandria, Atanasio, del quale ho udito spesso dire che voleva si seguisse una modulazione così lineare nel canto dei Salmi che si avvicinava più ad una recitazione che non a un vero canto.
Però, quando mi torna il ricordo delle lagrime da me versate ascoltando i canti della tua Chiesa ai primi tempi della mia conversione; ed anche ora, quando mi sento commuovere non tanto dal canto quanto da ciò che viene cantato, se l'esecuzione è fatta da una voce bella e con una appropriata modulazione, devo ammettere di nuovo la grande utilità di questa istituzione.
Cosi sono alquanto incerto tra il pericolo che può portare quel godimento. l'esperienza della sua utilità; e, pur senza dare un giudizio categorico, inclino ad approvare l'uso del canto nelle chiese, affinché il piacere delle orecchie risollevi gli animi alquanto deboli verso il fervore. Tuttavia se mi accade di essere commosso più dal canto che dalle parole, confesso di peccare e di meritare punizione: allora preferirei non sentir più cantare. Ecco a qual punto mi trovo!"