Pregare sempre, senza stancarsi mai: è l’esortazione che Gesù rivolge ai suoi discepoli oggi nella pagina del Vangelo. San Luca ha un amore particolare per questo tema della preghiera e ci presenta più di una volta Gesù che prega e che così diventa stimolo per i discepoli tanto da chiedergli di insegnar loro a pregare.
La parabola che Gesù dice è la parabola del giudice disonesto e della vedova. Per un giudice essere denominato disonesto non è il massimo eppure è così che viene chiamato dal Vangelo. La vedova supplica il giudice perché le facesse giustizia. La condizione delle vedove non era una delle migliori al tempo di Gesù e venivano messe un po’ ai margini della vita sociale. Ma la vedova diventa esempio di preghiera per tutti: non desiste e continua ad importunare il giudice finché questo cambia e fa giustizia per lei.
La prima lettura ci porta un esempio molto bello della preghiera: è un immagine che ci insegna la necessità di sostenersi a vicenda nel nostro cammino. Nel tener alzate le mani di Mosè, Aronne e Cur diventano esempi per noi perché il nostro dovere è anche quello di sostenere attraverso la nostra preghiera chi si trova nel bisogno. Infatti quando Gesù parla di pregare senza stancarsi mai, Luca usa un termine che ci dice di non lasciar cadere mai le braccia.
Com’è la nostra preghiera? E’ una preghiera che insiste davanti a Dio oppure che si stanca molto facilmente? Ci sembra alle volte di pregare tanto e non ricevere mai le risposte dal Signore. Abbiamo la pazienza di aspettare il tempo del Signore oppure siamo noi che cerchiamo di dettare i tempi al Signore? E che cosa chiediamo a Dio nelle nostre preghiere?
Dio non è una macchina a gettone: noi mettiamo il gettone della preghiera ed esce fuori il favore che Gli chiediamo. Se fosse così sarebbe molto facile, ma la preghiera è un cammino e come dice bene la tradizione cristiana bisogna pregare comparandolo al respiro. Il respiro è una cosa talmente naturale che non ce ne accorgiamo nemmeno, ma se si interrompe o c’è qualche ostacolo ce ne accorgiamo subito. Così deve essere la preghiera, non un cumulo di richieste di aiuto, ma un respiro che ci tiene in vita. Il filosofo francese Jacques Maritain scriveva: “Il credente perfetto prega così bene che ignora di pregare”. Bisogna cercare di capire come è la nostra preghiera e fare di tutto perché possiamo migliorarci.
Concludiamo con una stupenda confessione autobiografica di Gandhi: “Non sono un letterato né uno scienziato. Cerco soltanto di essere un uomo di preghiera. Senza la preghiera avrei perso la ragione. Se non ho perso la pace dell’anima, malgrado le prove, è perché questa pace mi viene dalla preghiera. Si può vivere alcuni giorni senza mangiare, ma non senza pregare. La preghiera è la chiave del mattino e il chiavistello della sera”.
Sarebbe davvero molto bello se usassimo questa chiave per aprire le nostre giornate e andare a dormire dopo aver chiuso la nostra anima con questo chiavistello. Che il Signore ci aiuti e lo Spirito del Padre ci accompagni.
Buona domenica a tutti!
P. Sabu