Questa domenica è chiamata domenica della Divina Misericordia per volere del papa Giovanni Paolo II e tutta la celebrazione fa riferimento alla Misericordia di Dio per l’uomo. In questo anno giubilare della misericordia è anche significativa questa celebrazione.
Nella preghiera della colletta ci siamo rivolti al Dio di eterna misericordia che ravviva la nostra fede e gli abbiamo chiesto di darci la grazia di comprendere l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del sangue che ci ha redenti. E’ già un’indicazione precisa di questa celebrazione eucaristica: la misericordia di Dio che ci aiuta ad essere coscienti del nostro battesimo.
La pagina del Vangelo ci racconta la misericordia di Dio che di fronte all’insistenza di Tommaso appare ancora agli apostoli e invita Tommaso ad essere credente. San Tommaso viene sempre visto come il rappresentante di coloro che fanno difficoltà nel loro cammino di fede. Ma se guardiamo bene i vangeli avremo un immagine diversa di questo apostolo.
Quando Gesù parla del suo viaggio verso Gerusalemme e dice che lì dovrà affrontare la passione e la morte, gli altri sono silenziosi e forse anche paurosi, solo Tommaso ha una reazione e dice: “Andiamo a morire anche noi con lui”. Un’altra volta Gesù dice ai suoi discepoli che va preparare un posto per loro e tutti i discepoli rimangono incantati di fronte a questa affermazione. Solo Tommaso ha il coraggio di chiedere al Maestro: “Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”. Sembra un dettaglio, ma questa domanda di Tommaso da ha Gesù la possibilità di fare un’affermazione importantissima: “Io sono la via, la verità e la vita”. Noi ci ricordiamo di quest’affermazione di Gesù, ma non della domanda di Tommaso che l’ha provocato.
Penso che in questa domenica in cui celebriamo la misericordia di Dio per gli uomini, manifestata nel volto di Gesù, dobbiamo ringraziare il Signore per averci dato attraverso l’esempio di San Tommaso, un’immagine del discepolo che cerca di approfondire la propria fede, del discepolo che non si accontenta dell’esperienza altrui nel proprio cammino di fede, del discepolo che coltiva il suo desiderio di vedere personalmente il maestro per essere un vero credente. Chiediamo anche noi la grazia di essere cercatori che non si accontentano nel loro cammino di fede, essere persone che cercano un incontro personale con il Maestro con tenacia ed umiltà riconoscendo a Lui il potere di essere la Via, la Verità e la Vita per il proprio cammino.
P. Sabu